Lavorando nel settore termoidraulico ci si trova spesso di fronte a situazioni particolari e che costringono l’installatore di turno ad imponenti sforzi di immaginazione per mediare tra le richieste del cliente e gli obblighi imposti dalle normative.
Uno di questi casi può essere quello in cui vi sia la compresenza di più generatori di calore, le cui potenze, sommate, superano i 35 kW. In questo caso il problema è molto semplice: oltrepassando tale limite non è più possibile seguire solo la norma UNI 7129, ma bisogna fare riferimento al DM 08 novembre 2019, relativo alla prevenzione incendi.
Poichè la seconda opzione comporta indubbiamente maggiori oneri sia per il cliente, sia per l’installatore, analizziamo nel dettaglio la questione per capire esattamente quando si ricade in un caso o nell’altro.
Come anticipato, se più caldaie sono installate nello stesso locale o in locali comunicanti, ai fini della prevenzione incendi i rispettivi kW si sommano e, se superano i 35 kW, si rientra nel DM 08 novembre 2019 e quindi il locale diventa centrale termica.
Per evitare questo onere, si può pensare, sempre che la struttura oggetto dell’intervento lo permetta, di installare gli apparecchi in due locali differenti. In questo modo si evita la somma dei kW e la creazione della centrale termica. Attenzione però, perchè l’installazione in locali diversi non è sempre sufficiente: sono infatti imposte specifiche caratteristiche costruttive. Tali caratteristiche, riguardanti le strutture divisorie, sono quelle riportate nel DM 08 novembre 2019, al punto 3.3.3 (Caratteristiche costruttive).
Al paragrafo sopracitato la norma indica che i locali devono costituire compartimento antincendio. Le strutture portanti devono possedere i requisiti di resistenza al fuoco non inferiore a R 120, quelle di separazione da altri ambienti non inferiore a REI 120. Le strutture devono essere realizzate con materiale di classe 0 di reazione al fuoco. Nel caso di apparecchi di portata termica complessiva inferiore a 116 kW è ammesso che tali caratteristiche siano ridotte a R60 e REI 60.
Quindi, se si dovessero creare delle pareti divisorie, queste dovranno rispettare quanto sopra riportato.
Oltre all’ubicazione degli apparecchi, bisogna però considerare anche la parte impiantistica, ovvero le tubazioni di adduzione gas e quelle di trasporto del fluido termovettore.
Relativamente al primo aspetto, si ricordi infatti che, se le caldaie sono installate sullo stesso contatore e la loro portata termica supera i 35 kW, la norma a cui fare riferimento è la UNI 11528. Inoltre, se la portata termica totale della linea supera i 50 kW, come dettato dal DM 37/08, risulta necessario il progetto da parte di un termotecnico. Il problema non sussiste se invece i generatori sono alimentati da diverso contatore e quindi le singole linee non superano il limite dei 35 kW.
Questione simile si ha per quello che riguarda il secondo aspetto e quindi la pratica ISPESL, ora INAIL: obbligatoria a meno che i due impianti idraulici non siano indipendenti (anche per interposizione di uno scambiatore di calore come indicato dalla Circolare ISPESL del 18/09/2006).