LOCALI CON APPARECCHI DI COTTURA: QUALE APERTURA DI AERAZIONE?

L’areazione dei locali in cui sono installati apparecchi di cottura è uno degli aspetti più importanti che un tecnico deve considerare durante il suo lavoro giornaliero al fine di garantire il buon funzionamento degli impianti, ma soprattutto la sicurezza delle persone che in quei locali svolgono le loro attività quotidiane. Andiamo quindi ad analizzare quali sono le indicazioni normative in merito.


Secondo la norma UNI 7129:2015, l’aerazione di una cucina può essere garantita dall’installazione di una cappa oppure di un elettroventilatore con espulsione dei vapori direttamente all'esterno dell'edificio. Se ciò non avviene è obbligatorio realizzare un’apertura permanente in prossimità del soffitto, ad almeno 1,80mt dal pavimento e rivolta verso l’esterno che permetta lo smaltimento di gas combusti e vapori.


In ogni caso è obbligatorio prevedere un ulteriore foro con filo inferiore in prossimità del pavimento, ad un'altezza comunque non superiore a 30cm da quest’ultimo. Quest'apertura può essere realizzata anche in un locale attiguo (detto locale per l'aria comburente) se il piano cottura è alimentato a metano, purché vi sia un'apertura permanente della stessa dimensione che metta in comunicazione diretta la cucina con il locale per l'aria comburente (ad esempio un'apertura sottoporta o un foro nella muratura). Nel caso di piano cottura alimentato a GPL, l'apertura in basso deve essere ubicata nel locale di installazione ed essere rivolta direttamente verso l'esterno.


La superficie minima di ciascun foro deve essere pari a 100cmq (diametro 12cm se circolare) per un totale di almeno 200cmq. Inoltre, nel caso di piano cottura privo del dispositivo di sorveglianza di fiamma (termocoppia), la dimensione minima di uno dei due fori aumenta a 200 cmq a seconda del tipo di gas utilizzato (quello in alto nel caso di metano o quello in basso nel caso di GPL).


Questo è quanto accade più di frequente, ma i sono alcuni casi particolari. Analizziamoli insieme.


Vi è, ad esempio, la possibilità di non dover prevedere l’apertura di ventilazione (foro in basso). Questo accade quando sono soddisfatti i seguenti requisiti:

• nessun apparecchio di tipo B e/o di tipo A e/o nessun apparecchio di cottura senza dispositivo di sorveglianza di fiamma installato nel locale;
• portata termica nominale massima complessiva degli apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma installati non maggiore di 15 kW;
• volumetria del locale di installazione non minore di 20 mc. Ai fini del calcolo della volumetria del locale di installazione si considera anche il locale adiacente e comunicante senza interposizione di porte, purché detto locale non sia adibito a camera da letto, non sia sede di installazione di apparecchi a gas (di tipo A e/o B) e non sia un locale classificato con pericolo di incendio;
• presenza nel locale di installazione di porte, finestre e/o portafinestra, apribili, e installate su pareti perimetrali rivolte verso l'esterno.


Nel caso particolare, c’è però un altro caso particolare: quello del monolocale in cui siano rispettati tutti i requisiti di cui sopra.
La norma UNI 7129 2015 parte 2 non dice nulla in merito, ma se andiamo a vedere la definizione di Monolocale riportata dalla UNI 7128 2015 “Termini e definizioni” leggiamo:
monolocale (monocamera): Unità abitativa costituita da un unico locale con annesso un locale ad uso bagno; può contenere un angolo cottura eventualmente separabile mediante apposita struttura mobile. Un monolocale è utilizzato anche come camera da letto.
Come si evince dalla norma un monolocale è anche camera da letto e quindi vengono a cadere quei presupposti che fanno sì che non si esegui la presa di ventilazione. Detto questo, nei monolocale la presa di ventilazione deve essere effettuata.


Un’altra situazione particolare, molto comune per chi lavora fuori dalle grandi città, è quella di locali in cui coesistono apparecchi di cottura e una termocucina, un camino o una stufa a legna o pellet. La prima domanda che sorge spontanea è se una simile coesistenza sia consentita dalle norme. La UNI 7129 vieta l’installazione di apparecchi di tipo A e di tipo B nei locali dove sono presenti apparecchi alimentati da combustibile solido, tuttavia non vi è alcun riferimento agli apparecchi di cottura. Conseguentemente pare non vi siano ostacoli all’installazione. Ovviamente è però necessario adeguare le aperture di aerazione e di ventilazione che devono garantire l’afflusso di aria comburente ad entrambi gli apparecchi: devono quindi essere sommate le prescrizioni presenti nella UNI7129 a quelle riportate dalla UNI 10683.
Altro caso particolare, ma che probabilmente diverrà sempre più comune, è quello dei piani ad induzione.


In questo caso la UNI 7129 non da nessun prescrizione, non essendo previsto l’utilizzo di gas combustibili. Tuttavia, come spesso accade, il buon senso viene in nostro soccorso. Non essendoci fiamme, chiaramente non è necessario prevedere la ventilazione del locale, mentre la presenza dell’areazione (cappa o foro in alto) risulta comunque fondamentale: se infatti è vero che non si generano fumi dalla combustione, la cottura di cibi comporta comunque una rilevante produzione di vapore, che deve essere smaltito al fine di evitare un’eccessiva quantità di condensa su mobili e pareti.