UN FUTURO SOSTENIBILE PER LE CALDAIE

La trattativa sulla revisione del regolamento Ecodesign, mentre la discussione sulla direttiva Case green si avvicina a una svolta, potrebbe essere arrivata alla curva decisiva. Ne è convinto Alberto Montanini, presidente di Assotermica, l’associazione che rappresenta i produttori di caldaie, che spiega: «Ad oggi, dunque, nulla è deciso sul divieto di commercializzazione delle caldaie. In tutta Europa si aprono spiragli di ragionevolezza e pragmatismo che si fondano sulla necessità di prendere in considerazione tanti aspetti, non semplificabili in un unico caso, un’unica tecnologia e un’unica strategia energetica».

Dopo le prime proposte della Commissione europea, particolarmente sfidanti e penalizzanti per l’industria, c’è stato un momento che ha segnato un cambio di passo nelle trattative in corso a Bruxelles. «I piani della Commissione – dice Montanini - hanno iniziato a segnare una battuta di arresto con le dimissioni del Commissario Ue Timmermans, responsabile del Green deal europeo, prima dell’estate, che ha gettato un’ombra di discontinuità sul processo di “transizione a tutti i costi” e di viraggio al tutto elettrico».

A settembre, allora, ha iniziato a profilarsi uno scenario diverso, fatto di una maggiore apertura alle ragioni dell’industria. «Il precedente della serrata discussione di oltre sei mesi per la promulgazione della “heating law” in Germania – spiega il presidente di Assotermica - ha indotto molti Stati membri di peso, tra cui la stessa Germania, l’Italia e l’Olanda, a inviare un segnale di cautela alla Commissione già nel corso delle discussioni avvenute prima dell’estate. La Commissione si trova pertanto in questo momento in una situazione di potenziale conflitto, col rischio concreto di non ricevere il via libera da parte degli Stati membri alla proposta di revisione elaborata». Una proposta che, va ricordato, prevedeva uno stop alle caldaie a gas a partire dal 2029.

Ora, invece, si fanno strada ipotesi negoziali diverse. «Alcune proposte – dice ancora Montanini - prevedono l’obbligo di introduzione di generatori a combustione omologati per il funzionamento al 100% con gas rinnovabili (idrogeno, biometano, syngas, bio-Gpl), altre proposte prevedono il passaggio obbligato ad apparecchi ibridi (caldaia e pompa di calore) factory made così come sta già avvenendo per i generatori che andranno a equipaggiare i nuovi edifici in Germania e in Olanda». Questo approccio prevede «la penalizzazione non del sistema di utilizzo, il generatore a combustione, quanto semmai del combustibile fossile, in maniera non troppo dissimile da quanto deciso recentemente in Germania».

Non è detto, però, che si arrivi al traguardo entro la fine della legislatura europea. «Nel caso non si dovesse trovare un accordo politico finale – conclude Montanini - occorrerà aspettare fin dopo le elezioni europee di giugno per veder riaprire il dossier, verosimilmente con una nuova Commissione europea eletta da un Parlamento con equilibri politici diversi dall’attuale».

FONTE: IL SOLE24ORE