Come ogni anno, in questo periodo il mondo dell’impiantistica e dell’edilizia guarda con estremo interesse ai lavori relativi alla legge di bilancio, per capire quali saranno gli incentivi fiscali disponibili per l’anno successivo e, di conseguenza, avere un’idea di quali saranno gli interventi più richiesti dai propri clienti.
Tra quelli che non sembrano essere toccati dalla legge di Bilancio 2024 e che interessano da vicino il mondo dell’edilizia c’è certamente l’agevolazione fiscale per l’eliminazione delle barriere architettoniche rivolta a tutti i contribuenti che hanno effettuato o intendono effettuare interventi per superare ed eliminare le barriere architettoniche.
In particolare, per i lavori effettuati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2025, su edifici già esistenti, è prevista una detrazione Irpef, da ripartire in 5 quote annuali di pari importo. Il bonus è pari al 75% delle spese sostenute fino a un importo massimo variabile, da 30mila a 50mila euro, a seconda dell’edificio su cui sono eseguiti i lavori. In alternativa alla fruizione della detrazione in dichiarazione, è possibile optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito (unico caso ove questa possibilità è ancora ammessa).
Rientrano tra gli interventi agevolabili con questa detrazione, quelli che rispettano i requisiti previsti dal decreto del Ministro dei lavori pubblici n. 236 del 14 giugno 1989 (Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche). La detrazione spetta anche per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche nonché, in caso di sostituzione dell’impianto, per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito.
Visto quanto sopra, per chi ne ha l’interesse, sorge spontanea una domanda: sono agevolabili anche gli interventi di ristrutturazione di un bagno, qualora questi servissero a rendere fruibili i servizi ai disabili?
La risposta è sì, ovviamente a patto che gli interventi svolti siano effettivamente utili al superamento delle barriere architettoniche. Questo significa che il locale bagno deve essere modificato nella sua struttura, al fine di renderlo perfettamente compatibile con i requisiti citati nello specifico punto del D.M. n. 236 del 14 giugno 1989.
Ma quali sono questi requisiti? Vediamoli insieme nel dettaglio all’interno del testo di legge.
BONUS
Ovviamente, se l’intervento specifico lo richiede (perché vengono spostati i sanitari, ampliate porte, ecc...), è necessario idoneo titolo edilizio. E’ inoltre importante che dalla documentazione (fatture , bolle, ecc...) sia sempre evidente che le attività eseguite siano allo scopo dell’eliminazione di barriere architettoniche o alla sostituzione dei sanitari con altri per disabili.