SCALDABAGNO O BATTERIA?

scaldacqua

 

Oggi vogliamo dedicare un approfondimento ad un’interessante tecnologia che, con un’efficienza difficilmente immaginabile, permette, accumulando energia, di ottimizzare l’utilizzo delle fonti rinnovabili non programmabili per la produzione di elettricità e rendere più efficiente il sistema: lo scaldabagno elettrico.


Quest’idea un po’ particolare arriva dagli Stati Uniti, dove uno studio commissionato da diverse aziende del settore e realizzato da Brattle Group ha evidenziato come un singolo boiler elettrico, prelevando elettricità solo nei momenti migliori, può dare benefici ad utenti e rete fino a 200 dollari all'anno, ripagando così la spesa iniziale in soli 5 anni. Come? Grazie all’acqua calda, ovviamente.


L’energia prodotta a mezzo dei pannelli fotovoltaici può infatti essere utilizzata per scaldare, a mezzo di una resistenza elettrica, l’acqua contenuta all’interno dello scaldabagno, immagazzinando l’energia sotto forma di calore. Fin qui non c’è nulla di particolare, ma se questa tecnologia viene connessa con un sistema di gestione e resa “grid interactive”, può offrire alla rete un grande contributo in termini di flessibilità, scaldando l'acqua nei momenti di eccesso di offerta e staccando nei picchi di domanda.


Nascono così i grid-interactive water heaters, GIWH, ovvero degli scaldacqua che possono essere comandati in tempo reale da chi gestisce il sistema di distribuzione dell’elettricità, in modo da poter regolare il loro funzionamento in base alla disponibilità di energia generata da tutte le fonti connesse alla rete (centrali nucleari, pannelli fotovoltaici, turbine eoliche…). In questo modo si verrebbe a creare un enorme sistema, in cui i boiler dei singoli utenti vengono utilizzati come batterie per quanto riguarda l’intera produzione nazionale.


Fantascienza? Decisamente no: questo tipo di soluzione è già in via di sperimentazione in alcuni stati americani, come ad esempio in Oregon, e proprio sull’osservazione di queste realtà si basa lo studio di cui vi abbiamo parlato, che riporta risultati estremamente incoraggianti. Secondo il report, negli Stati Uniti un miglioramento della gestione dei carichi potrebbe far risparmiare 13 miliardi di dollari all'anno, di cui 3,6 miliardi solo grazie agli scaldacqua elettrici presenti nelle case degli utenti finali.


Come? Circa 1,8 miliardi di risparmio si avrebbero semplicemente scaldando l'acqua quando l'elettricità costa meno; il possibile appiattimento della curva di domanda farebbe risparmiare 1,4 miliardi di dollari sulla necessità di investire in nuova potenza e 400 milioni in investimenti sulla rete; altri 36 milioni si recupererebbero usando produzione da eolico e fotovoltaico che, diversamente, andrebbe sprecata o venduta sottocosto; infine 29 milioni sono il risparmio che i boiler smart darebbero agli utenti permettendo una programmazione più efficiente. Oltre a quanto detto, i GIWH potrebbero dare ancora di più: fornendo servizi alla rete, come la regolazione di frequenza, genererebbero, sempre nel contesto Usa, benefici aggiuntivi per 400-700 milioni di dollari l'anno.


Le opportunità che offre questa tecnologia sono, insomma, estremamente interessanti e offrono nuove possibilità non solo dal punto di vista energetico, ma anche per quanto riguarda i business model di gestione: potrebbero infatti essere possibili programmi di leasing o inziative che abbinino il boiler elettrico intelligente al fotovoltaico.


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