ACCUMULO DI ACQUA SANITARIA: APPROFONDIMENTI

Fornire acqua alle utenze dove la rete dell’acquedotto non arriva (rifugi in montagna, campagne isolate, ecc…) è un problema certamente conosciuto, ma con cui la maggior parte degli installatori, vista la particolarità dei casi, non ha mai dovuto cimentarsi. Negli ultimi tempi, tuttavia, le cose stanno cambiando: la carenza di precipitazioni sta mettendo in difficoltà parecchie zone di Italia, che vedono le scorte idriche a disposizione ridursi drasticamente. E con la riduzione delle scorte idriche arrivano anche i disservizi: anche le abitazioni collegate all’acquedotto possono avere alcune ore (ma se si guarda alla notizia della cronaca locale, anche alcuni giorni) di stop nell’approvvigionamento, o comunque la portata, soprattutto nelle zone più alte dei Comuni, può essere bassa ed insufficiente.


Per questi motivi, sempre più abitazioni richiedono l’installazione di serbatoi di stoccaggio e di autoclavi, che garantiscano la continuità del servizio ed il comfort degli utenti. Analizziamo meglio le componenti di questa tipologia di impianto.


Prima di tutto: quanta acqua serve ad una persona? Dato fondamentale per il dimensionamento del serbatoio. Il consumo medio giornaliero di acqua è pari a circa 220 litri per persona. Il calcolo per una famiglia è presto fatto, basta moltiplicare il valore per il numero di componenti, tenendo presente che con l'aumentare del numero dei componenti intervengono nel calcolo economie di scala e quindi il consumo totale sarà inferiore alla somma. Certo, se abbiamo comunque la certezza di un continuo, seppur minimo, apporto di acqua, la dimensione del serbatoio potrebbe essere ridotta, visto che il consumo risulta spalmato lungo l’intera giornata. Tuttavia, a meno di problemi di spazio, è consigliabile optare per la dimensione ottimale dello stoccaggio.
Il serbatoio dovrà avere un livellostato che arresti il riempimento a circa il 90% del volume complessivo disponibile.


Ma l’acqua raccolta nei serbatoi, deve poi essere fornita in pressione alle utenze. Poiché mediamente occorre garantire portate istantanee minime dell’ordine dei 0,5 l/s (1.800 l/h), il problema è risolvibile distribuendo l’acqua tramite una pompa secondaria in grado di erogare la massima portata d’acqua istantanea che sarà richiesta. Per questo, la pompa secondaria dovrà essere comandata da un pressostato che la arresti quando la pressione nella rete raggiunge i 2,5 bar e che la riavvii quando essa scende ad 1,5 bar. Tra tali pressioni l’erogazione dell’acqua alle utenze deve essere comunque garantita dall’espansione del cuscino d’acqua di un vaso di espansione a membrana.


Il tronco principale della rete di distribuzione dovrà essere dotato di una valvola di ritegno inserita a monte dell’attacco del vaso a membrana, la quale ha il compito di evitare che, una volta arrestata la pompa, l’espansione dell’aria nel vaso provochi il rientro dell’acqua nel serbatoio principale. Inoltre, per evitare che la pompa funzioni continuamente, essa dovrà essere in grado di erogare una pressione superiore a quella alla quale interviene il pressostato che la disattiva (occhio alla prevalenza necessaria per la scelta della pompa!)


Concludiamo l’articolo con una precisazione che riguarda coloro che attingono l’acqua da un pozzo privato. Fermo restando quanto detto precedentemente, questi utenti, devono anche provvedere a recuperare l’acqua dal pozzo a mezzo di una pompa. Si suggerisce l’utilizzo di pompe sommerse, in quanto quelle di superficie non sono quasi mai adatte a questi scopi. Compatibilmente alle proprie caratteristiche una pompa sommersa riesce invece a vincere qualunque dislivello, in quanto solleva l’acqua dal lato della mandata e non da quello dell’aspirazione, come accade per le pompe di superficie.
Contrariamente a quanto potrebbe apparire l’ installazione di una pompa sommersa è facilissima: basta in effetti calarla nel pozzo sospendendola alla linea di mandata. Unica accortezza necessaria è quella di proteggere la pompa dall’insabbiamento. Nessun problema per ciò che riguarda le dimensioni: solitamente pozzi con 100 mm di diametro sono più che sufficienti per ricevere pompe sommerse per applicazioni di questo tipo.