IL DIMENSIONAMENTO DELL'IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO

Quando ci si appresta a comprare un condizionatore nuovo la prima domanda che il cliente si dovrebbe porre non dovrebbe essere, come purtroppo spesso accade, “quanto costa?”, ma “riuscirà a rinfrescare/riscaldare tutta la stanza?” e la parte fondamentale della sua ricerca non dovrà riguardare la scelta di climatizzatori economici in offerta online o su qualche volantino, ma lo studio della potenza refrigerante necessaria affinchè l'unità di condizionamento riesca a climatizzare adeguatamente i locali. Non ha infatti alcun senso acquistare un condizionatore sottodimensionato o sovradimensionato, poiché il risultato è quello di spendere più del necessario in termini di consumi, senza, tra l’altro, riuscire a garantire il comfort abitativo.

 

Una macchina sottodimensionata risulta poco conveniente, perché per raggiungere la temperatura desiderata starà continuamente in funzione, con la conseguenza di consumi elettrici elevati e di un più rapido deterioramento. Al contrario, una macchina sovradimensionata è incapace di deumidificare l’ambiente, perché raggiunge la temperatura impostata troppo velocemente, senza eliminare tutta l’umidità, con il risultato di percepire quella sgradevole sensazione di freddo umido sulla pelle, che fa spesso incorrere a raffreddori e mal di gola.

Ma come procedere correttamente con il dimensionamento dell’apparecchio?

I fattori da tenere in considerazione per la scelta della potenza sono indubbiamente molteplici: l’esposizione della casa rispetto al sole, il livello di isolamento termico dell’edificio, le superfici vetrate, la presenza di persone e di elettrodomestici, sono solo alcuni dei punti che un termotecnico considera durante la redazione di un progetto. Tuttavia non sempre è obbligatorio rivolgersi ad un progettista e, in questi casi, è opportuno riuscire ad eseguire un dimensionamento adeguato, seppur meno preciso.

Un metodo molto semplice è quello di considerare la formula

K x l1 x l2 x h = Watt

dove l1 ed l2 sono le due pareti del locale, h la sua altezza, mentre k è un fattore di correzione pari a 25 per il freddo, 35 per il caldo. Ovviamente, nel caso di un multisplit, bisognerà tenere conto dell’esigenza di tutti i singoli ambienti e considerare la possibilità di funzionamento contemporaneo.

Se in ambienti “standard” la precedente formula risulta abbastanza affidabile, in alcuni casi potrebbe però risultare estremamente imprecisa: presenza di porte aperte, ampie vetrate, esposizioni particolari a sole, vento, ecc….
In questi casi è necessario armarsi di pazienza ed eseguire calcoli più precisi.

Si consideri infatti che l’illuminazione apporta circa 12 W/mq (un po’ meno se sono presenti neon o led), PC ed elettrodomestici possono riscaldare gli ambienti (a seconda del loro utilizzo) di circa 25 W/mq, mentre la presenza di persone all’interno dei locali comporta un apporto energetico di circa 6 W/mq in edifici abitativi, 10 W/mq in bar ristoranti e locali con elevato affollamento. A questo, inoltre, bisogna aggiungere gli apporti esterni, in positivo od in negativo, legati all’esposizione di muri e finestre.