Il mercato della climatizzazione è ormai chiaramente indirizzato verso gli impianti frigoriferi che, grazie alle loro caratteristiche, permettono di gestire riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, riducendo al contempo le emissioni in atmosfera di agenti inquinanti (a patto che l’installazione sia eseguita a regola d’arte e non vi siano dispersioni di gas refrigerante nell’ambiente). Se però i classici split sono ancora la soluzione maggiormente adottata, negli ultimi anni si stanno sempre più affermando sistemi VRV (Variant Refrigerant Volume) o VRF (Variant Refrigerant Flow), soprattutto nelle applicazioni commerciali ed industriali, oltre che in alberghi o ristoranti.
Ma quali sono le caratteristiche di questi impianti e cosa li rende così interessanti per specifiche applicazioni? Andiamo a scoprirlo insieme.
Un impianto VRV/VRF è un impianto del tipo ad espansione diretta, sostanzialmente composto da una unità esterna (dotata di compressore e di una batteria di scambio) e da un certo numero di unità interne (ventilatore, la batteria di scambio, la valvola termostatica elettronica e la valvola di deviazione a cassetto). In sostanza, nella loro conformazione più semplice, gli impianti VRV-VRF sono dei semplici impianti frigoriferi con inversione di ciclo, nei quali tutte le unità interne lavorano sulla stessa tubazione, in riscaldamento o in raffreddamento a seconda della stagione, garantendo la possibilità di agire sulla regolazione delle temperatura interna per ogni singolo locale e sulla velocità del ventilatore.
La vera differenza con un impianto multisplit risiede infatti nel compressore che, variando la sua velocità, può garantire portate differenti di refrigerante (la richiesta di refrigerante che il compressore deve soddisfare è la somma, momento per momento, di quanto richiesto da ciascuna unità interna) e permettendo di aumentare quindi il numero di unità interne collegate alla stessa unità esterna fino ad oltre 50.
Ulteriori vantaggi rispetto ai trdizionali split sono la riduzione dei costi di installazione (in quanto si riduce il numero di tubazioni necessarie) e la possibilità di collocare l’unità esterna a notevole distanza dalle unità interne (anche 125 metri con un dislivello massimo di 50 metri). Inoltre l’impianto VRF-VRV risulta modulare e consente facili modifiche ed ampliamenti, semplicemente collegando le nuove tubazioni a quelle già realizzate (accertandosi dell’adeguato dimensionamento dell’unità esterna).
Le unità interne che possono essere adottate sono di varie tipologie, lasciando massima flessibilità nelle scelte soprattutto dove è richiesta la massima integrazione architettonica o, in casi particolari, dove sono richieste unità particolari.
Ma dopo i molti pregi è necessario evidenziare anche un grandissimo difetto: i normali impianti VRV-VRF non hanno la possibilità di riscaldare e climatizzare contemporaneamente diversi ambienti. Questo risulta un problema soprattutto nel caso di edifici composti da locali con differenti esposizioni: nella mezza stagione può accadere che ci siano contemporaneamente locali nei quali gli utenti hanno necessità di climatizzare ed altri di riscaldare, o per semplici necessità fisiologiche, o per necessità tecniche (diversa destinazione d’uso, diversa esposizione, ecc…).
Per questo motivo, all’interno dello stesso sistema, sono spesso inseriti sistemi di recupero di calore, con il quale è possibile, avendo la stessa unità esterna, riscaldare un ambiente, mentre se ne sta climatizzando un altro.
Questo sistema prevede che il vapore surriscaldato in uscita dal condensatore possa essere inviato in parte all'unità esterna e in parte deviato verso una o più delle unità interne che sono in modalità riscaldamento. In questo caso, le batterie di queste unità lavorano anch'esse da condensatore e il liquido ad alta pressione in uscita viene inviato, assieme a quello proveniente dalla batteria dell'unità esterna, alle batterie delle altre unità interne che, lavorando in raffrescamento, svolgono la funzione di evaporatore.
Questo ciclo di riutilizzo e recupero dell’energia frigorifera viene gestito in due modi differenti a seconda del tipo di produttore dell’impianto VRV-VRF.
Il primo metodo prevede la distribuzione del refrigerante con tre tubazioni, mentre il secondo prevede l’utilizzo di sole due tubazioni. In quest’ultimo caso viene inserito un sistema di gestione e controllo all’interno del quale risiede un separatore liquido/gas che permette all’unità esterna di produrre una miscela (in due fasi) di gas caldo per il riscaldamento e di liquido per il raffreddamento, come avviene in un normale ciclo in pompa di calore; solo quando il fluido frigorifero raggiunge l’unità, la miscela viene separata e ad ogni unità interna viene inviata la fase corretta in base alle necessità individuali di riscaldamento o raffreddamento.