La necessità di installare, in caso di riscaldamento centralizzato, sistemi in grado di contabilizzare il calore consumato da ogni utente, ha comportato un deciso aumento delle commesse per molte aziende del settore termoidraulico. Tale obbligo, lo ricordiamo prevede la possibilità di misurare i consumi in due modi: uno diretto ed uno indiretto. La prima soluzione è senza dubbio quella preferibile per svariati motivi, tuttavia si tratta di un sistema che, a causa dell’architettura degli impianti, difficilmente risulta utilizzabile nei condomini già esistenti. In questi casi dunque si può ricorrere alla contabilizzazione indiretta, effettuata tramite i ripartitori.
Questi apparecchi permettono di quantificare il consumo di ogni radiatore tramite una misura indiretta dell’energia erogata dai corpi, calcolandolo in base al variare del carico, delle condizioni di funzionamento e della tipologia di corpo scaldante. Inoltre il sistema fornisce all’utente un’indicazione rappresentativa del consumo energetico progressivo. Sottolineaiamo la natura rappresentativa del valore indicato dagli apparecchi, che non che non indica né l’energia consumata (in termini ad esempio di kWh) né la spesa di riscaldamento (in termini di €), ma serve solo a dare all’utente un’idea della progressione dei consumi.
Ma come funziona esattamente un ripartitore?
Molto semplicemente, questo dispositivo utillizza un algoritmo che, in base alla differenza di temperatura tra l’ambiente circostante ed il corpo scaldante, è in grado di calcolare la potenza resa dal radiatore. Questo è valido per tutti gli apparecchi, tuttavia, l’algoritmo ed i metodi di raccolta dei dati, possono variare anche sensibilmente a seconda del produttore e del costo del prodotto stesso.
Si distinguono, per esempio, modelli ad uno o due sensori. La differenza, in questo caso, risulta dal modo in cui viene rilevata la temperatura ambiente: entrambe le soluzioni prevedono la presenza di una sonda che misuri la temperatura del radiatore, mentre quella dell’ambiente viene, nel primo caso stimata costante a 20°C (il valore massimo a cui, per legge, dovrebbero essere impostati i termostati della cladaia), nel secondo caso rilevata da un apposito sensore, con netti vantaggi in termini di precisione.
Precisione che, comunque, viene in entrambi i casi garantita all’interno dei limiti imposti dalla legislazione, a patto però di eseguire un’installazione a regola d’arte. Risulta quindi estremamente importante posizionare il ripartitore sul termosifone nella giusta posizione (in genere sulla mezzeria ad un’altezza pari al 75% dell’altezza del corpo scaldante), in modo da rilevare la temperatura media superficiale del radiatore. Un altro tassello fondamentale è poi la parametrizzazione: a seconda della forma, della dimensione e del materiale, infatti, ogni termosifone ha una diversa efficienza, cosa di cui il ripartitore deve tenere conto al fine di effettuare una misura corretta.
Eseguita la misurazione, tuttavia, c’è un altro problema da risolvere: come rilevare il valore registrato dall’apparecchio, al fine di poter effettuare la corretta suddivisione delle spese? Lo scopo può essere raggiunto con tre metodi differenti.
Il primo è quello più ovvio: eseguire la lettura visualizzando i dati sul display del ripartitore. Il problema di questa soluzione è che il letturista (in genere l’idraulico) deve periodicamente entrare nell’appartamento, cosa che spesso risulta problematica in termini di organizzazione e dispendiosa in termini di tempo.
Esistono poi apparecchi più evoluti (ma anche più costosi) che provvedono autonomamente ad inviare il segnale radio relativo alla lettura ad orari prestabiliti e con una frequenza temporale impostata. Per la lettura di queste tipologie di ripartitori è necessario recarsi sul posto ed attendere la trasmissione dei dati oppure occorre installare ricevitori radio nel palazzo in grado di riceverli e registrarli finchè non vengono scaricati dal letturista.
Infine vi sono dispositivi che possono trasmettere e ricevere dati. Questo consente di parametrizzarli da remoto, oltre che di ricevere a richiesta le letture via radio. Poichè la trasmissione avviene solo in concomitanza del comando del letturista, in questo caso non è necessario costruire un’architettura di registrazione dati nel palazzo. Come nel caso precedente, inoltre, non è necessario entrare nell’alloggio per eseguire le rilevazioni, che possono avvenire tranquillamente dal vano scala.
Concludiamo questa panormaica sul funzionamento dei ripartitori ricordando che, per ottenere misurazioni corrette, è importante che tutto l’impianto di riscaldamento sia controllato e correttamente funzionante. La potenza effettiva resa dal radiatore (calore ceduto in ambiente) potrebbe infatti essere minore rispetto a quella calcolata dal ripartitore nel caso in cui, ad esempio, parte del radiatore fosse piena d’aria. In questa situazione infatti, la temperatura media del radiatore è la stessa, ma la potenza resa è inferiore rispetto a quella installata (parte del radiatore non emette calore, ma il ripartitore non può saperlo).
Ing. Alfero Daniele
Collaboratore Tecnico
Professional Team