La mancanza d’acqua è un problema che già oggi affligge più di 880 milioni di persone in tutto il mondo, ma è un problema che, a causa del surriscaldamento dell’atmosfera e dell’aumento della popolazione mondiale, non potrà fare altro che aggravarsi in futuro. Per questo nei giorni scorsi è stata accolta con entusiasmo l’idea di un grosso produttore di apparecchi per il condizionamento, che si proponeva di raccogliere l’acqua di condensa prodotta dagli split, che può arrivare anche a 7 litri al giorno, e trattarla in modo da renderla potabile.
Ma ancora più rivoluzionario è l’apparecchio presentato il 31 agosto scorso all’EXPO di Milano, costruito appositamente per “creare” acqua dall’aria. Il principio base del suo funzionamento, in realtà, non è particolarmente innovativo, in quanto si avvicina molto a quello di un qualsiasi deumidificatore, in grado di separare l’acqua dispersa in atmosfera dall’aria. La vera novità è che questa macchina, dopo aver completato il processo appena descritto, è in grado di attuare una serie di operazioni che rendono l’acqua finale perfettamente potabile e permettono anche di arrichirla con i sali minerali che normalmente la caratterizzano. Per la purificazione non viene però utilizzato, come verrebbe istintivo pensare, il processo dell’osmosi inversa, ma un metodo differente, che permette di annullare totalmente le impurità rilasciate nell’ecosistema locale.
È bene far presente che non stiamo parlando di un prototipo: questa macchina è disponibile sul mercato ed è già stata testata in contesti importanti, come in un albergo, una società petrolifera in Messico e in una fabbrica di formaggio in Perù. La produzione di questo apparecchio può infatti raggiungere i 10.000 litri di acqua al giorno, soprattutto grazie all’alto livello di efficienza, che le consente di catturare il 60% dell’acqua presente nell’aria.
La macchina funziona ovunque, anche in zone aride come il deserto, permettendo quindi di produrre il liquido della vita proprio dove ve ne è più bisogno. Inoltre, essendo elettrica, può essere alimentata attraverso lo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili, come solare fotovoltaico o eolico. In questo modo si ha a disposizione una fonte praticamente inesauribile di acqua, riducendo costose infrastrutture, annullando la produzione di scarti inquinanti e la necessità di lunghi trasporti. Oltre all’acqua potabile, lo stesso sitema è inoltre in grado di produrre a piacimento acqua per uso agricolo (utilizzabile in serre e allevamenti), oppure acqua distillata per uso alimentare, farmaceutico, ospedaliero, industriale.
Quesrto apparecchio, che arriva dalla Svizzara ma ha un cuore italiano, essendo stato realizzato col supporto dell’Università di Pavia, si prefigge dunque di risolvere, o quantomeno di arginare, l’allarmante problema della carenza di risorse idriche che affligge molti dei Paesi più poveri del mondo. Si tratta infatti di un apparecchio modulare, in grado di essere assemblato per produrre la quantità di acqua necessaria in qualunque occasione e che, inoltre, con l’installazione di alcuni optional, può anche essere utilizzato come apparecchio di condizionamento.
Un macchina quasi perfetta, il cui vero handicap è però il costo, decisamente elevato. Viene quindi spontaneo chiedersi come si pensa di incentivarne la diffusione nei luoghi più poveri del pianeta, essendo quelli che, di fatto, avrebbero più bisogno di avvalersi di questa tecnologia. Purtroppo solo il tempo potrà dirci se questa macchina è effettivamente in grado di risolvere un problema che causa ogni anno 3,4 milioni di morti o se si trasformerà in un nuovo buco nell’acqua. O, in questo caso, in un buco nell’aria.
Ing. Alfero Daniele
Professional Team
Collaboratore tecnico