RISCALDAMENTO RADIANTE A PAVIMENTO ...

Riscaldamento a pavimento parquet 1

Nell'ultimo periodo gli impianti a pavimento radiante si stanno diffondendo in modo capillare, poiché permettono di ottimizzare gli spazi, eliminando i radiatori, e di aumentare il comfort, riscaldando maggiormente la parte bassa delle stanze, ovvero quella in cui stazionano le persone. In realtà non si tratta di un metodo innovativo, infatti un sistema simile era già utilizzato ai tempi dell'Impero Romano, ma solo recentemente è riuscito ad imporsi, sopprattutto grazie alla maturazione tecnologica, alla maggior coibentazione degli edifici ed alla possibilità di abbinamento con caldaie a condensazione. Si tratta infatti di un sistema che deve essere utilizzato con basse temperature di mandata, soprattutto per motivazioni di carattere fisiologico.

 

Come infatti è stato dimostrato dalle prime applicazioni moderne del dopoguerra, che per poter riscaldare gli ambienti non isolati dovevano far raggiungere ai pavimenti temperature anche superiori ai 40° C, un eccessivo calore al livello dei piedi è la causa di numerosi disturbi fisiologici anche gravi, quali, ad esempio, cattiva circolazione, innalzamento della pressione arteriosa, mal di testa, eccessiva sudorazione. Inoltre, l'eccessivo calore accumulato nelle solette, dovuto al mancato utilizzo di isolanti, comportava un surriscaldamento dei locali oltre livelli fisiologicamente accettabili, anche dopo lo spegnimento dell'impianto.

 

Per questo motivo le successive normative hanno individuato, a seguito di svariati studi e osservazioni, nel range che và dai 28° C ai 29° C le temperature del pavimento ideali per simili installazioni, in quanto consentono un elevatissimo livello di comfort ed un buon riscaldamento degli ambienti. Per raggiungere tali livelli le temperature di mandata sono inferiori ai 60°C, ma cosa succederebbe se un guasto o le mani di un proprietario infreddolito andassero a modificare i valori di mandata preimpostati, aumentandoli a 70 o magari 80°C?

 

Da quanto esposto fin'ora, verrebbe spontaneo rispondere che i pericoli si limitano all'ambito fisiologico, mentre l'impianto in sé non corre grossi pericoli. Se guardiamo ai singoli componenti questo è in effetti vero, poiché le tubazioni ed il massetto sopportano, generalmente, temperature decisamente più elevate. Problemi potrebbero invece verificarsi in presenza di parquet, in quanto l'elevata temperatura potrebbe portare a cambiamenti di colorazione e, in concomitanza con specifici valori di umidità, a fenomeni di svergolamento ed imbarcamento.

 

Sfortunatamente però le problematiche non si fermano qui e possono essere ben più gravi. Se infatti i singoli componenti possono resistere alle sollecitazioni termiche, essi però risentono della temperatura dilatandosi. Le tubazioni, essendo annegate nella struttura, non possono espandersi e diminuiscono invece il loro diametro interno, mentre il massetto si dilata sotto l'effetto termico dei tubi. Se si considerano una temperatura iniziale di 10°C ed una finale di 40°C, il massetto di un pavimento con un lato di 8 m può estendersi di circa 3 mm. Tale allungamento viene assorbito dalla banda perimetrale che dev'essere frapposta tra il massetto ed ogni struttura muraria fissa e dai giunti di dilatazione.

 

Le dimensioni di questi elementi sono però calcolate per le dilatazioni ottenibili con temperature di progetto che non superano i 60° C e, di conseguenza, potrebbero non essere sufficienti per temperature superiori. In questo caso la pavimentazione rischia di non avere abbastanza spazio e, soprattutto in caso di superfici molto ampie, si può creare sul pavimento una gobba e, in casi più gravi, un'inevitabile rottura della copertura. Conseguentemente ad una frattura o al cedimento del massetto, è inoltre possibile che le tubazioni vengano danneggiate, provocando ulteriori danni.

 

Sono dunque questi i motivi per cui è importante mantenere la temperatura all'interno delle tubazioni ai livelli di progetto ed inserire, come specificato dalla UNI EN 1264, dispositivi meccanici di sicurezza.

La regolazione della temperatura poi, può avvenire tramite vavole termostatiche o valvole miscelatrici a tre o quattro vie, alle quali è più che opportuno aggiungere un termostato di massima, al fine di bloccare la circolazione in caso di sovratemperature e, in abbinamento ad una valvola di by-pass, salvaguardare l'impianto.

 

Nel caso si utilizzi una caldaia a condensazione, le temperature dell'acqua di mandata sono invece già idonee all'utilizzo. Tuttavia, l'inserimento di una valvola miscelatrice, tarata sulla temperatura massima di progetto, può non essere un errore, poiché funzionerebbe come un dispositivo di sicurezza e permettrebbe di evitare cicli on/off da parte della caldaia che, in caso di guasto o di manomissione da parte del proprietario infreddolito, si troverebbe a ricevere l'acqua calda direttamente dalla valvola di by-pass.

 

La miglior prevenzione contro un uso errato dell'impianto di riscaldamento a pavimento radiante rimane comunque l'informazione, in modo che coloro che si trovino ad utilizzarlo non rischino, per un piccolo vezzo, di incorrere nelle problematiche sopra analizzate.

 

Ing. Alfero Daniele
Profssional Team
Collaboratore Tecnico