Le tubazioni sono soggette a dilatazioni, generate da sbalzi di temperatura, pressioni, movimenti esterni e dal peso stesso della tubazione e tale dilatazione aumenta con l’aumentare della lunghezza della tubazione stessa. Questa semplice legge fisica è da tenere bene a mente quando si realizzano gli impianti, siano essi utilizzati per il trasporto di acqua sanitaria, acqua tecnica per il riscaldamento o gas. Il motivo è ovvio: una dilatazione eccessiva non può essere compensata da giunzioni rigide e porta a rotture e conseguenti perdite (che nel caso di gas combustibili sono estremamente pericolose).
Come risolvere questo problema?
La risposta è molto semplice: valutando con attenzione le dimensioni dell’impianto e posizionando nei punti opportuni appositi giunti di dilatazione. Analizziamo più nel dettaglio la questione.
Il primo aspetto da tenere in considerazione, come accennato poco fa, è sicuramente la lunghezza, ma non deve essere sicuramente sottovalutata anche l’importanza del materiale. Considerando infatti una tubazione in rame di 10 m, un aumento di temperatura di 15°C può portare ad una dilatazione di 2,58 mm, che può essere ampiamente assorbita dall’elasticità naturale del materiale. Ma la stessa tubazione, se realizzata in polietilene, aumenterebbe la sua lunghezza di ben 3 cm! Ed in questo caso, a meno che la tubazione non sia libera di flettersi, questa dilatazione potrebbe creare dei problemi.
Tutto questo considerando esclusivamente un salto termico che può essere di origine “naturale” cioè dovuto alla sola differenza di temperatura tra estate ed inverno. Ovviamente l’effetto aumenta notevolmente se la tubazione viene utilizzata per il trasporto dell’acqua calda, con una differenza di temperatura che può raggiungere e superare i 50°C.
Su lunghezze superiori ai 10m risulta quindi opportuno l’inserimento di un giunto di espansione, soprattutto nel caso di condotte che trasportano acqua calda. Tale giunto può, a seconda della conformazione dell’impianto, essere semplicemente una curva oppure un pezzo di tubazione posizionato ad anello o ad S, che, grazie al cambio di direzione, compensi l’effetto della dilatazione.
Ma su impianti di dimensioni elevate è sempre consigliabile utilizzare un giunto di compensazione appositamente realizzato, a soffietto o a cesoia. Il compensatore, per poter pienamente sfruttare le proprie funzioni, deve essere scelto e progettato correttamente in base alle condizioni di esercizio. In lunghi percorsi, anche se non previsto progettualmente, è consigliabile utilizzare giunti di dilatazione termica, che possano compensare eventuali dilatazioni.
Per gestire al meglio le dilatazioni dell’impianto è importante, inoltre, curare attentamente la disposizione dei collari di fissaggio in prossimità del giunto di dilatazione, affinché sia liberamente consentito al pezzo di esplicare l’azione di compensazione. In questo modo l’impianto ha la possibilità di dilatarsi correttamente senza dare luogo a deformazioni che potrebbero ridurre la tenuta delle giunzioni.